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VW-Audi: stop vendite diesel in Usa. Washington apre indagine penale, Berlino vuol sapere se è accaduto in Europa

Prime conseguenze concrete dello scandalo della truffa nella manipolazioni dei dati delle emissioni inquinanti, ma l’inchiesta si estende ad altri costruttori. Inchiesta penale del Dipartimento di Giustizia americano per violazione delle norme federali sull’inquinamento ambientale. In bilico Martin Winterkorn, CEO Volkswagen-Audi

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Berlino – Il Gruppo Volkswagen-Audi ha reso noto di aver bloccato le vendite di auto a gasolio con motorizzazione a 4 cilindri negli Stati Uniti, come prima conseguenza dello scandalo sollevato dalla truffa dei dati delle emissioni inquinanti alterati attraverso un software adattativo, che reagiva alle verifiche strumentali delle autorità ambientali statunitensi.

Un portavoce del gruppo automobilistico tedesco ha confermato che “le vendite sono state fermate” e riguardano i modelli VW Jetta, Beettle e Golf vendute dal 2009 al 2015, oltre che le Passat dal 2014 al 2015; per il brand Audi sono interessate le A3. Modelli che nello scorso mese di agosto hanno rappresentano il 23% delle vendite di Volkswagen negli Stati Uniti. Una batosta anche in termini commerciali, se si pensa ai contratti stipulati che al momento non saranno onorati, con conseguenze legali al momento non quantificate. Solo per avere idea della dimensione del fenomeno, nei primi otto mesi del 2015 il gruppo tedesco ha venduto negli Stati Uniti 240mila automobili.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti avrebbe intanto aperto un’indagine penale sul caso contro il gruppo VW-Audi. Lo ha reso noto l’agenzia Bloomberg, che cita un funzionario del ministero della Giustizia americano, che ha chiesto di mantenere l’anonimato perché le indagini sarebbero appena state avviate. Il reato federale commesso sarebbe di violazione delle norme sulle emissioni inquinanti. Il portavoce del Dipartimento della Giustizia, Wyn Hornbuckle, ha però rifiutato di rilasciare commenti sulla questione.

In ambienti statunitensi si dà per acquisito l’ulteriore step dell’indagine federale della Environmental Protection Agency (EPA) ad altre case automobilistiche: non viene detto in modo esplicito, ma obiettivo sono le case automobilistiche europee che stanno frenando l’evoluzione della legislazione comunitaria in materia di emissioni inquinanti.

Infatti, da questa parte dell’Atlantico il governo tedesco ha chiesto alle case automobilistiche nazionali informazioni per accertare se lo scandalo della falsificazione elettronica dei dati delle emissioni inquinanti riguardi altri gruppi oltre a VW-Audi.

“Ci aspettiamo dalle case produttrici informazioni affidabili, in modo che la Kba (Kraftfahrt-Bundesamt, Autorità Federale per il Trasporto e i Motori, ndr) possa indagare se manipolazioni analoghe si siano verificate in Germania o in Europa”, ha detto un portavoce del ministro dell’Ambiente tedesco, Andreas Kuebler. Dal ministero dei Trasporti di Berlino è stato precisato che ancora non è chiaro se ci siano state manipolazioni analoghe in Europa.

20150921-ferdinand-dudenhoeffer-320x179Se Winterkorn sapeva cosa stava succedendo, le cose volgeranno al peggio per lui. Se non lo sapeva, potrebbe essere anche peggio. Qualunque politico perderebbe il posto in circostanze analoghe”, ha detto Ferdinand Dudenhoffer, direttore del Center for Automotive Research (CAR) dell’Università di Duisburg-Essen e grande esperto di automotive in Europa, citato da askanews.

Del resto, la posizione di Winterkorn fino ad aprile è stata traballante, per l’opposizione interna dell’allora presidente del Consiglio di Sorveglianza del Gruppo di Wolfsburg, Ferdinand Piech, uno dei nipoti del fondatore della casa tedesca, Ferdinand Porsche. 

Piech fu sconfitto da Winterkorn e costretto a dimettersi da ogni carica, mentre il CEO di VW-Audi fu confermato fino al 2018. Alla luce dello scandalo emerso in queste ultime ore, non si può escludere che non sapesse: ma è al momento una nostra elucubrazione senza fondamento.

Di certo la posizione di Martin Winterkorn oggi è in bilico. “Cercare di incolpare altri e sostenere di essere all’oscuro delle azioni di qualche ingegnere non può funzionare“, ha rilevato Max Warburton, analista di Bernstein.

Alla Borsa di Francoforte oggi il titolo Volkswagen ha subito un tracollo, arrivando a perdere fino a oltre il 22% a quota 126,40 Euro, per poi risalire e chiudere a 132,90.

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.