A proposito di Emma. L’infelice epilogo di una carriera politica
L’ex ministra degli esteri Bonino ha fatto una figuraccia multipla in occasione del cambio di Governo: prima accusando Renzi di non averla chiamata, poi con la poderosa – quanto rancorosa – marcia indietro, infine con due balle clamorose. Il suo impegno per i marò e i successi per la liberazione di Domenico Quirico in Siria, di Francesco Scalise e Luciano Gallo in Libia
La transizione dal Governo Letta a quello guidato da Matteo Renzi ha comportato, come noto, diversi cambi di cavallo. E anche di qualche asino, ritenuto con estrema generosità un cavallo di razza.
A proposito di Emma Bonino, Madame aborto negli ultimi tre giorni ha chiuso in bellezza una esperienza di governo deficitaria. Sabato scorso Monica Guerzoni, sul “Corriere della Sera”, ha scritto di una irritazione dell’ex ministra degli Esteri per la sostituzione senza preavviso alla guida della Farnesina. Ne ha parlato citando una telefonata al cellulare di Emma Bonino e un orario preciso (le 19.35): non lo avrà fatto per mero manierismo, ma forse perché si aspettava quel che è pos accaduto, ossia la smentita a tempo scaduto. O meglio, dopo evidente “tirata d’orecchi” di qualcuno. Renzi? Napolitano? Letta? Pannella? Dio solo lo sa, oltre a Emma Bonino. Quindi, in un colpo solo, due figuracce, in tempi di saldi è normale: prendi due, paghi una. Tacere a volte è la scelta migliore.
«La voce della titolare della Farnesina è squillante, ma tradisce sgomento e uno stato d’animo che, eufemisticamente, si potrebbe definire di forte arrabbiatura» – scriveva Monica Guerzoni sul ‘Corriere‘ di sabato 22 febbraio.
«Nessuno mi ha avvertita». Matteo Renzi non le ha telefonato per dirle che non sarebbe stata riconfermata? «No, non mi ha chiamata nessuno». L’ha appreso adesso, dalla tv? «Io non sapevo assolutamente nulla». Posso chiederle cosa pensa del fatto che a prendere il suo posto sia Federica Mogherini, giovane parlamentare del Pd? «Lei può chiedermelo, certo. Ma io risponderò solo domani pomeriggio (oggi per chi legge, ndr ) in Largo Argentina. L’appuntamento per ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e aiutato è alle 17.30. Per adesso, non ho altro da dire». Non un saluto, ma un vero e proprio comizio. E c’è da giurarci che Bonino, battagliera com’è, si toglierà qualche bella pietruzza dalle scarpe (qui l’articolo completo)
Nel pomeriggio di sabato, di fronte alla folla oceanica dei 50 adepti della setta radicale accorsi a Largo di Torre Argentina, Emma Bonino ha tenuto un comizio, che in origine avrebbe dovuto essere occasione per dire alcune cose, ma che le è servito invece per imboccare una poderosa marcia indietro. Così, senza colpo ferire, Emma Bonino ha parlato di “favole metropolitane”, spiegando di essere stata chiamata da Renzi che le ha anticipato la mancata riconferma. “Ne ho preso atto”, ha riferito Bonino, che ha precisato di non averlo “saputo dalla tv, forse avrei potuto saperlo prima, ma ne prendo atto“, ha commentato. Non risulta tuttavia l’appartenenza di Monica Guerzoni alla schiera dei “cazzari”.
Infine, la perla, riferita alla vicenda dei fucilieri del Reggimento San Marco e di altri italiani in situazioni pericolose in giro per il mondo. “Mi sono occupata del caso facendo tutto quello che era possibile fare nelle condizioni date“, ha poi cercato di rassicurare le famiglie dei tanti italiani rapiti, in carcere, o in difficoltà nel mondo, affermando che il Governo segue tutti i casi e ha rivendicato di aver “sbrogliato dossier complicati, da Quirico, a D’Alessandro, ai due operai rapiti in Libia”.
Altre due affermazioni discutibili per due semplici motivi. Sui marò, non risulta Emma Bonino abbia dato corso all’attivazione dell’arbitrato internazionale per dirimere la controversia sulla giurisdizione, stabilito dall’Allegato VII al Trattato di Montego Bay dul diritto del mare (UNCLOS), procedendo in modo tardivo e timido alla premessa ordinaria della “Nota Verbale”, che per prassi precede la “Nota scritta” prescritta dal diritto internazionale (Articolo 1, Allegato VII UNCLOS). Avrebbe dovuto agire prima e senza cercare il supporto di alcun altro Stato, perché sarebbe stato normale averlo, esperite le formalità bilaterali.
Per quanto riguarda la liberazione di Quirico, in Siria, e dei due tecnici calabresi, Scalise e Gallo, in Libia Emma Bonino si è accreditata come risolutrice delle crisi, in modo del tutto inopportuno: agli operatori dei servizi di informazione e sicurezza deve essere ascritto il merito di aver prodotto il risultato netto di aver riportato a casa i nostri connazionali, non certo al ministro degli esteri.
Per quanto riguarda Cristian D’Alessandro, infine, sarebbe stato meglio che Emma Bonino non l’avesse citato per un motivo essenziale: la Russia è stata “spinta” a liberare gli attivisti di GreenPeace implicati nel sequestro della Artic Sunrise (e la nave stessa: ne abbiamo parlato qui) da una sentenza del Tribunale Internazionale di Amburgo sul Diritto del Mare istituito proprio dalla UNCLOS (United Nations Convention on the Law of the Sea of 10 December 1982) violata a più riprese dall’India, senza soluzione di continuità fino a questa mattina. Violazioni cui Emma Bonino si è opposta cercando appoggi altisonanti quanto inopportuni.
Per non parlare del tentativo di questuare un appoggio internazionale che sarebbe stato opportuno solo quando fossero state esperite tutte le misure di soluzione dirette e bilaterali (Tribunale di Amburgo sul Diritto del Mare, Corte di Giustizia dell’Aja e Arbitrato internazionale), visto che la controversia è bilaterale, come dimostrato dall’Olanda per la questione della nave sequestrata dai russi nell’Artico.
Per non parlare delle accuse immotivate a Ignazio La Russa (ne abbiamo parlato qui) sull’approvazione del Decreto Legislativo 130/2011, addebitato al Governo Berlusconi in modo superficiale, visto che fu esitato quasi all’unanimità dal Parlamento. Il Dlgs 130/2011 ha affidato alla Marina Militare la scorta dei mercantili, mentre in tutto il resto dell’Occidente la sicurezza delle navi civili è affidato dagli armatori a società private di sicurezza.
Per non parlare – e ci fermiamo qui – dei rimbrotti al ministro della Difesa (ne abbiamo parlato qui) da Gibuti, sull’inopportunità di certe minacce (ritiro dei militari italiani dalle azioni antipirateria) formulate dall’ex ministro Mauro, con un intollerabile tono da maestrina.
Emma Bonino ha lavorato male alla Farnesina e i risultati positivi acquisiti sul campo sono merito di altre donne e altri uomini, non certo della ministra. Per la quale auspichiamo un sereno pensionamento e, soprattutto, l’oblio politico. Ciao Emma, non ci mancherai (politicamente).
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