Impasse tra Berlusconi e Alfano (ma la scissione è sempre più vicina)
Sempre più probabile una scissione all’interno del PDL. Alfano ha posto a Berlusconi le sue condizioni ma l’ex premier difficilmente accetterà. E Matteo Renzi potrebbe portare a sé una buona fetta di consenso degli elettori del centrodestra
Il futuro del governo di Enrico Letta dipende se Silvio Berlusconi e Angelino Alfano dovessero trovare o meno un accordo.
Se, infatti, il vicepremier accetterà di seguire la battaglia del leader del centrodestra contro la magistratura e di conseguenza contro chi voterà la sua decadenza da senatore, è chiaro che per l’esecutivo delle larghe intese sarebbe la fine. E l’unica strada percorribile sarebbero le elezioni, con o senza porcellum.
Nel caso in cui, invece, si dovesse arrivare a una spaccatura definitiva tra i falchi e i lealisti al governo, la scissione in seno al PDL sarebbe inevitabile ma il governo di Letta continuerebbe a esistere finanche al termine naturale della legislatura.
Berlusconi e Alfano, infatti, si sono incontrati ieri per tre ore a Roma con lo scopo di salvare il PDL dalla frammentazione e dalla diaspora conseguente. A quanto pare le condizioni che il politico agrigentino avrebbe posto all’ex premier sono la distinzione tra fedeltà a Berlusconi e quella al governo, la continuazione del sostegno all’esecutivo e una discussione seria e costruttiva “senza spargimento di sangue” al prossimo Consiglio Nazionale.
La sensazione, però, è che Berlusconi voglia continuare la sua battaglia, alla quale Alfano non vuole più partecipare, sia per spirito istituzionale che per la possibilità di creare e guidare una nuova formazione di centrodestra, all’interno della quale fare convergere tutti coloro che, di recente, hanno abbandonato il percorso berlusconiano.
E il pensiero, ad esempio, va ai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Soprattutto per arginare in qualche modo il rischio che molti elettori del PDL, stanchi dell’impasse, possano essere attratti dall’avanzata di Matteo Renzi, che non è mai dispiaciuto a chi ha votato per Berlusconi.
Tant’è che uno dei più agguerriti difensori del governo, il ministro Maurizio Lupi, ha detto: «Se non lavoriamo nell’interesse dell’Italia continueranno a mandarci a casa tutti: falchi e falchetti, centrodestra e centrosinistra».
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