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Il prefetto di Napoli Andrea De Martino rappresenta l'Italia dei funzionari dello Stato arroganti, che si credono padroni dei cittadini, non umili servitori
L'invettiva contro don Maurizio Patriciello, prete di frontiera di Caivano, una delle pagine più scandalose della storia repubblicana. Ministro Cancellieri, il suo silenzio imbarazza l'Italia.
di Vincenzo Scichilone | Articolo del 23.10.2012
Tag: prefetto, Caserta, Napoli, Andrea De Martino, Carmela Pagano, amianto, reati ambientali, maleducazione, protervia cittadini sudditi
La storia la conoscete tutti ormai: durante una riunione, don Maurizio Patriciello espone alcuni gravissimi problemi di inquinamento ambientale provocato dall'uomo, con l'indiretto ausilio di chi questo inquinamento dovrebbe impedirlo e prevenirlo. Il summit è presieduto dal prefetto di Napoli, Andrea De Martino, alla presenza della sua omologa di Caserta, Carmela Pagano, perché il territorio interessato dalle questioni sollevate riguardano un'area a cavallo tra le due province campane.
Ad un certo punto don Patriciello si riferisce alla dottoressa Pagano indicandola con un signorile "signora" (ci scuserete il bisticcio di parole), per tre volte. A quel punto, De Martino sbotta con una filippica che lascia esterrefatti i presenti (tra i quali il questore, comandanti provinciali di Carabinieri e GdF, sindaci). Don Patriciello viene redarguito con incredibile veemenza, reo di aver offeso la dottoressa Pagano e, allo stesso tempo, lo stesso De Martino, per avere appellato un "prefetto della Repubblica" come "signora".
Per analizzare l'accaduto, ammetto di aver dovuto guardare il video diverse volte. Mi sembrano cose dell'altro mondo, che possono accadere solo in un Paese arretrato come l'Italia, soprattutto in quelle zone del Meridione in cui prospera il formalismo più che la forma; impera il "titolismo", più che la titolarità; si espande una burocrazia pesante e inconcludente, più che un ceto amministrativo lesto a rispondere alle domande dei cittadini e delle imprese.
La reazione del dottor De Martino -
Un "lei non sa chi sono io" elevato al cubo. Un ancoraggio al più becero formalismo, forse innalzato come scudo per nascondere inadempienze pubbliche proprie o altrui.
De Martino è l'esempio più evidente (e provato con le riprese video) della maleducata protervia della burocrazia italiana e sorprende come il ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, non abbia speso una sola parola di censura verso l'operato di De Martino, il quale peraltro andrà in pensione alla fine del mese.
Un conto però e ritirarsi dal servizio in pompa magna, un altro con una bella nota di censura, che acclari – nero su bianco – la sconsideratezza di un gesto maleducato. Ci pensi, ministro Cancellieri, perché gli italiani non ne possono più di tutte le caste: compresa quella dei burocrati.
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