THE HORSEMOON POST ©2012 | Motorsport | F1 RICORRENZE | La leggenda del Canadese Avviatore. 30 anni dopo, abbiamo ancora la “Febbre Villeneuve”, di John Horsemoon - 7.05.2012 -
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8 MAGGIO 1982, ORE 13.52
La leggenda del Canadese Aviatore
30 anni dopo, abbiamo ancora la "Febbre Villeneuve"
Domani la Ferrari non aprirà al pubblico Fiorano,
dove girerà Jacques con la T4 di Gilles
di John Horsemoon
Articolo pubblicato il 7.05.2012 - 20.50 | Tag: Gilles Villeneuve, Ferrari
Sabato 8 maggio 1982 aspettavo i risultati delle prove del Gran Premio del Belgio, un circuito non favorevole alla Ferrari C 126 di Villeneuve. Del povero Pironi noi vilnoviani non ne volevamo sapere più, semplicemente aveva smesso di esistere. La Ferrari era Villeneuve, Villeneuve era la Ferrari. Punto. La Rai allora non trasmetteva le prove, ma si occupava di un prestigioso concorso ippico, quello di “Piazza di Siena”, trasmesso in diretta. Mi pare fosse l’apertura, quando dallo studio chiesero la linea per dare l’annuncio. Poi l’abisso. Tutto il resto lo sapete, non è necessario ripercorrerlo. Chi leggerà questo articolo ha, con molta probabilità, vissuto sulla propria epidermide il tifone di sentimenti, di sensazioni, di dolore causato dalla scomparsa di Gilles Villeneuve.
Di quel libro di ricordi, indelebilmente impressi nella mia memoria (come in quella di tutti gli appartenenti al ferrarismo di rito vilnoviano), voglio condividere un sabato pomeriggio di vagante preghiera per la città, a bordo del Piaggio “Ciao” rosso di un amico. La giovanile ingenuità di un sacrificio umano offerto a favore della vita di Villeneuve: “mi rompo un braccio, ma fallo vivere Signore. Anzi, due braccia, uno è troppo poco. Facciamo pure le gambe e non ne parliamo più”. La stanchezza di quel pomeriggio, i pianti, l’attesa di un annuncio che si sperava non arrivasse mai, ma arrivò: Gilles dal policlinico universitario di Lovaniosi era trasferito dall’Altra Parte alle 21.12. Fine della storia terrena.
Nel 1996 ho partecipato al “Programma Erasmus”, ma a un’età un po’ più matura della media dei miei colleghi universitari. In un ideale pellegrinaggio laico e motoristico, il circuito di Zolder e la città di Lovanio furono le tappe obbligatorie, come per sciogliere un voto religioso, un modo per sentire Gilles vicino, senza mai averlo sentito lontano.
Dopo 30 anni serve allora approfondire il tema e cercare di capire perché, dopo così tanto tempo, se ne continui a parlare con la stessa intensità emotiva di allora. Senza essere psicologi, possiamo affermare con qualche margine di sicurezza che l’identità assoluta stabilitasi tra Villeneuve e Ferrari (inimmaginabile la scissione) era funzionale al risveglio di buoni sentimenti prodotto da Gilles Villeneuve con le sue gesta eroiche, la sua generosità, il suo coraggio, la sua onestà.
In un periodo difficile per l’Italia -
Gilles donava tutto se stesso agli altri e nello stesso tempo viveva fino in fondo la sua missione, quella di farci capire che la parola “resa” dovrebbe essere cancellata dal nostro vocabolario, insegnamento drammaticamente attuale in tempi di rivoluzione silenziosa e anti-
Gilles Villeneuve si è immolato sull’altare di un amore, quello per la Ferrari. La sua reazione al tradimento di Pironi fu insieme ingenua e vera. Non fu “maschia”, fu la ribellione dell’innamorato tradito dall’amico e dalla fidanzata, la risposta irrazionale a due amori svaniti.
Ma non fu divorzio immediato per amore, amore per quei figli ideali che eravamo tutti noi. Saremmo passati a tifare armi e bagagli perfino alla McLaren, se Villeneuve se ne fosse andato a Woking a fine anno, perché tutti noi -
Nessuna considerazione per i tifosi, per la gente che amava Villeneuve e si sentiva tradita con lui. Approccio che, duole rilevarlo, la Ferrari mantiene anche oggi. Domani mattina, 8 maggio 2012, sul circuito di Fiorano girerà la Ferrari 312 T4 di Gilles, quella con telaio 041 appartenente alla famiglia Giacobazzi, storico sponsor di Gilles. Alla guida ci sarà Jacques Villeneuve, il piccolo Jacques che noi abbiamo amato come un fratellino più piccolo, insieme a sua sorella Melanie. Ma per la gente, per noi ferraristi di confessione vilnoviana, nessuno spazio. Nessuna considerazione per quella “Febbre Villeneuve”, felice ed esaustivo slogan coniato da Marcello Sabbatini, prima storico direttore del nostro Libro dei Salmi (se non bibbia), “Autosprint”; poi animatore dell’avventura di “Rombo”, che divenne il “Libro dell’Eresia” e il testo della rivoluzione degli innamorati traditi. Domani ci sarà una manifestazione elitaria, a porte chiuse, nel segno di quel tradimento, non della riconciliazione, una vera occasione persa.
Lo abbiamo appreso mentre stavamo scrivendo l’email di richiesta di accredito a Luca Colajanni, senza avere la certezza che ce lo concedesse, perché a Maranello si trovano meglio con i giornalisti che non criticano, quelli che riportano la “Voce del Padrone”. Noi ci rifacciamo a un noto detto della Trinacria: parlare chiaro è segno di amicizia. Abbiamo smesso di scrivere quell'email, l’abbiamo cancellata. A Fiorano non ci saremo, non avrebbe avuto senso con la gente fuori dalla rete a rischiare le multe dei Vigili Urbani in agguato. Tutto per un amore, corrisposto male.
In fondo, mettere Jacques Villeneuve su una Ferrari ora è un atto che ha senso solo in un’ottica di riconciliazione con la famiglia, nel segno di una lezione imparata, come avevamo sperato e creduto (si veda articolo del 13 aprile scorso). Ma così non è, così non sarà. La Ferrari pensa di poter fare a meno dei tifosi, degli appassionati, della gente che l’ama pur sapendo che non avrà mai la possibilità di possedere o anche guidare una sua macchina, stradale o da competizione. La stessa che l’ama ancora, ma un po’ meno, perché è stata, è e sarà nel profondo del cuore ferrarista, ma di confessione vilnoviana. Eretici e, come tutti gli eretici, trattati male.
In fondo, essere a Fiorano domani mattina non aggiunge niente e non toglie niente all’amore che ci ha legato, ci lega e ci legherà sempre a Gilles Villeneuve, il Canadese Volante, che non ci ha mai lasciato, che non abbiamo mai lasciato.
Buon Secondo Compleanno, Gilles, il compleanno della Vera Vita illuminata dalla Luce. Quando il Direttore di Corsa deciderà che la nostra corsa è finita, speriamo ci sia tu a venirci a prendere alla fine del tunnel di cui intravederemo la luce. Siamo certi che ci porterai di traverso alle “Verifiche” di accesso all’Infinito.
Salut, Gilles.
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